Negli anni ‘70, Coca-Cola decise di vendere per la prima volta la bevanda in bottiglie di plastica poiché – dopo aver analizzato il ciclo di vita del materiale – si resero conto dei benefici economici ed ecologici.
Già in un articolo del Giugno 1975 il New York Times riporta i vertici della multinazionale americana elogiare i maggiori vantaggi ambientali della plastica rispetto al vetro specialmente in fase di trasporto. Da allora, si sono susseguiti numerosi studi che hanno dimostrato che l’utilizzo del vetro può comportare un maggior danno all’ecosistema rispetto alla plastica.
Nello specifico, analizzando il ciclo di vita dei due materiali il vetro risulta avere un maggiore peso specifico e dunque prevede un maggior consumo di energia durante il suo utilizzo. Lo studio pubblicato su The International Journal of Life Cycle Assessment ha fornito informazioni interessanti sulla riduzione dell’impronta di carbonio delle bottiglie di vetro e di plastica. Secondo il rapporto, riutilizzare una bottiglia di vetro per tre volte può ridurre l’impronta di carbonio a un livello simile a quello di una bottiglia di plastica monouso. Migliore ancora scelta per tutelare l’ambiente è riciclare una bottiglia di plastica: il rapporto indica che la bottiglia di vetro dovrebbe essere riutilizzata almeno venti volte per raggiungere l’impronta di carbonio della plastica riciclata.
Dunque, il problema principale della plastica è il modo in cui viene riutilizzata riciclata, infatti solo meno di un terzo del materiale viene riciclato correttamente in Europa, mentre la restante parte viene incenerita o smaltita in discarica, provocando gravi danni ambientali. Per questo è il motivo per cui l’UE sta lavorando a una nuova strategia per rendere tutti gli imballaggi di plastica riciclabili o riutilizzabili entro il 2030 come quelli già forniti da Around.
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