IL LUNGO VIAGGIO DELLE MICROPLASTICHE: DAGLI ABISSI ALLA CIMA DELL’EVEREST
Le microplastiche sono sostanze con le quali siamo a contatto tutti i giorni, ma trovarle ad alta quota deve farci aprire gli occhi: “Ormai le abbiamo trovate dappertutto, dal profondo degli abissi fino alla montagna più alta della Terra”.
Le microplastiche sono piccole particelle di plastica con un diametro compreso tra 0,33 e 5 millimetri. La loro pericolosità per la salute dell’uomo e dell’ambiente è dimostrata da diversi studi scientifici, perché la plastica si discioglie impiegandoci anni e in acqua può essere ingerita e accumulata nel corpo e nei tessuti di molti organismi.
DA DOVE NASCONO LE MICROPLASTICHE?
Le microplastiche sono frammenti di polimeri più grandi, le cosiddette “plastiche prime”, che finendo in acqua si disciolgono in frammenti più piccoli per effetto dei raggi ultravioletti, del vento, delle onde e delle alte temperature. Una volta in mare queste sostanze vengono ingerite dalla fauna arrivando addirittura a modificare la catena alimentare.
Secondo l’Ispra, il 15-20% delle specie marine che finiscono sulle nostre tavole contiene microplastiche , mentre per i ricercatori dell’Università nazionale d’Irlanda, nei pesci mesopelagici che vivono tra i 200 e i 1.000 metri di profondità, la percentuale salirebbe addirittura al 73%.
Ogni chilometro quadrato di oceano contiene in media 63.320 particelle di microplastica, con differenze significative a livello regionale. Ad esempio nel Sudest asiatico il livello è 27 volte maggiore rispetto ad altre zone. Il Mediterraneo è uno dei mari più inquinati al mondo: qui si concentra il 7 per cento delle microplastiche a livello globale.
UN GRAVE IMPATTO SULL’INTERO ECOSISTEMA
Questo problema non sta condizionando solo l’ecosistema marino, ma anche quello lacustre e fluviale. Per questo che da due anni Legambiente ed Enea hanno avviato un monitoraggio specifico per studiare il problema delle microplastiche nelle acque interne, campionando nel corso del 2017 sei laghi: Iseo, Maggiore, Garda, Como, Trasimeno e Bracciano. In generale, le concentrazioni maggiori sono state trovate proprio in corrispondenza delle foci degli immissari e a valle degli scarichi degli impianti di depurazione.
Tuttavia, la scalata delle microplastiche non si ferma qui. Persino la neve sulla cima del monte Everest non è più immacolata, a8.440 metri di altezza è contaminata da microplastiche, le più alte mai trovate sul pianeta. Esaminando da vicino le file di scalatori e visitatori, come sta facendo una squadra di climatologi, si notano sempre più i segni inconfondibili del loro impatto.
Tra aprile e giugno 2019, un team interdisciplinare di più di trenta scienziati si è suddiviso la valle del Khumbu in Nepal, dove ha installato cinque stazioni meteorologiche e ha raccolto centinaia di campioni di rocce, acqua, neve, ghiaccio e altro ancora. I risultati mettono in evidenza l’impatto della presenza umana sull’ambiente, persino nel punto più alto del pianeta. Campioni di neve prelevati da un punto di sosta sopra gli 8.200 metri hanno rivelato la presenza di microplastiche riconducibili ai materiali comunemente utilizzati per l’abbigliamento tecnico.
LE MICROPLASTICHE SONO OVUNQUE
In realtà, forse la scoperta non dovrebbe aver suscitato tanta sorpresa: le microplastiche sono state trovate in quasi ognuno dei luoghi esaminati dai ricercatori, dalle cavità più profonde dell’oceano ai più vasti paesaggi aperti. Alcune di queste particelle attraversano grandi distanze insieme alle particelle di polvere, con il vento, oppure con le correnti oceaniche.
Le microplastiche rilevate sull’Everest sono in gran parte composte da poliestere, seguito da acrilico, nylon e polipropilene, tutti materiali comunemente usati nell’attrezzatura tecnica outdoor. Le più alte concentrazioni sono state rilevate nei luoghi in cui gli scalatori si accampano. Quindi anche se le plastiche monouso sono state recentemente vietate in tutta la valle del Khumbu, e la comunità di alpinisti abbia fatto progressi, raccogliendo e portando via i rifiuti dalle pendici dell’Everest, le microplastiche continueranno probabilmente ad accumularsi.
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